lunedì 26 marzo 2018

Svuotato di tutto!

Nell'esatto momento in cui Giulietto se ne è andato, mi sono sentito svuotato di tutto e senza la minima forza. Inerme.

Negli ultimi due anni ragionavo e mi muovevo come un soldato, cercando di non farmi trascinare dalle emozioni, solo spinto da un forte senso del dovere verso mio padre, verso la mia vita e nei confronti delle persone che mi volevano bene. Cercavo di fare ciò che andava fatto, guardando solo avanti. Raramente mi voltavo indietro. 

In quel momento era finito tutto. Ascanio che si alzava ogni mattina affrontando la vita di petto era improvvisamente scomparso insieme a Giulietto. Lo aveva seguito, lasciando spazio ad una persona che non aveva più la forza e la motivazione di fare nulla.

Ma dovevo ancora chiudere due faccende, almeno per il momento: c'era da organizzare l'estremo saluto da dare a Giulietto e dopo qualche giorno avrei dovuto assolutamente fare il concorso per il quale avevo studiato come un matto.

Mio fratello non era nelle condizioni di reagire ed aveva lasciato dopo poco l'ospedale. Io stavo lì, compiendo alcune formalità di rito, come la donazione delle sue cornee, mentre mi facevano compagnia Valentina (la mia fidanzata) ed alcuni amici arrivati di corsa: Antonio, Mariangela (attaccati a Giulietto per la pelle) e Corrado, il mio amico di infanzia, con cui abbiamo condiviso una vita. Fortunatamente ho potuto contare molto su Valentina che mi ha aiutato non poco, ma si sono date da fare per alcuni aspetti pratici (come il vestito e gli effetti personali) anche Simonetta, mia cognata, ed Agnese l'assistente di mio padre. Senza il loro aiuto sarebbe stato un grosso problema. Ed altrettanto grosso lo sarebbe stato se non mi fossero stati vicini anche altri amici. Mi sentivo come privo di ogni volontà. Mi muovevo per inerzia. Una sensazione strana, mai provata prima. Il giorno dopo il funerale sono andato a fare il concorso e dopo una settimana sono scoppiato fisicamente e mentalmente. Era prevedibile.

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