sabato 4 settembre 2021

L'Attività professionale di mio padre

Non appena mio padre fu operato al cervello e ci dissero che ce la avrebbe potuta fare, il pensiero andò alla sua attività lavorativa che, in qualche modo, sarebbe dovuta andare avanti, in attesa di segnali più o meno positivi.

Immaginare di dovere interagire con qualcosa che, per cultura ed inclinazione, non ti appartiene minimamente è molto difficile e può lasciare disorientati

Sapevamo che avremmo dovuto gestire l'attività a livello amministrativo, lasciando il compito di sostituire mio padre a qualche professionista. Ma da dove partire ???? Come fare ???? Fortunatamente mio padre aveva degli ottimi collaboratori da tanti anni. Ci rivolgemmo a loro. Erano le uniche persone di cui ci potevamo fidare in quel momento (dopo molti anni ci sarebbe stato qualche comportamento non proprio lineare da parte di qualcuno.....). 

Nostra zia iniziò ad essere presente nell'attività professionale di mio padre. Io e mio fratello ci facevamo vedere più di rado. Quasi subito trovammo il professionista (anzi la professionista) in grado di sostituire mio padre. I clienti la accettarono senza problema anche perchè fu spiegato loro che la situazione, probabilmente, sarebbe stata di passaggio e mio padre, in qualche modo, sarebbe tornato (anche se non sapevamo quando) a portare avanti la sua attività.

 Ci fu molto di aiuto anche il nostro commercialista, che ci spiegò quale erano gli adempimenti fiscali. Il difficile, però, era entrare nelle dinamiche dell'attività stessa. Pur quando ci si limita solamente a gestire una qualsiasi attività di qualunque tipo, che sia commerciale o professionale, se non si entra dentro le logiche della stessa e non si comprendono alcuni meccanismi si rischia di fare grossi danni. Ce la cavammo bene.


giovedì 25 marzo 2021

La Pasqua e la badante

 Della Pasqua con Giulietto ho raccontato in altro post  e visto che manca poco offro subito qualche piccolo consiglio in attesa di affrontare meglio la questione in un altro post e con la speranza di poter essere di aiuto, soprattutto a chi si trova da poco con badante a seguito di familiare non autosufficiente. 

Partiamo da una considerazione iniziale: la Pasqua nella tradizione italiana è una festa molto importante per tutta una serie di motivi che si conoscono. Non dobbiamo dimenticarci che, se è importante per noi, può essere ancora più importante per queste persone che svolgono il ruolo di badanti, potendo rappresentare per loro uno dei pochi momenti di ritrovo con la famiglia o la comunità di appartenenza. E ben possibile, quindi, che all’ultimo momento, quando magari avete organizzato di andare fuori (non sarà probabilmente il caso di questo anno visto il Covid ma è meglio pensarci…..), decidano di non rimanere in casa creandovi un grosso problema. E’ un loro diritto andar via e non vi potete in alcun modo imporre. 

Per noi il problema si presentava ogni anno ed è capitato in qualche occasione (ma non ricordo quando) di avere difficoltà in tal senso. 

Le strade da percorrere sono due: o si mette mano al portafoglio pagando la festività e tentando di convincere la persona a restare, oppure ci si organizza in modo da limitare i danni, facendo rimanere la badante in casa a fare qualche pasto con voi eppoi lasciandola libera. 

Se decidete di mettere mano al portafoglio, fatelo prima e fatevi lasciare idonea ricevuta. Accordatevi per tempo e nei dettagli!!! Negli anni io e mio fratello abbiamo sempre cercato di essere liberi in quei giorni, pur passando del tempo con Giulietto, ma senza dover essere vincolati dall’assenza delle badanti.

venerdì 19 marzo 2021

Festa del Papà

Questa era una di quelle ricorrenze alle quali si teneva in particolar modo, non tanto per il valore della festa, quanto per il fatto che rappresentasse un modo per stare più vicini. 

In quale maniera ????? 

Giulietto da sempre era goloso di dolci e vino e ne approfittava in ogni modo. Prima dell’aneurisma, quando era un professionista affermato, faceva come voleva. Dopo il discorso cambiò un poco, anche per il fatto che la sedentarietà imponeva una qualche cautela sull’alimentazione. 

Se nella sua precedente vita non avevamo usanze particolari nelle feste, salvo Natale e Pasqua, dal gennaio 2006 ricorrenze e feste varie diventarono un modo per avvicinarci ancora più a lui e potevano trasformarsi in un momento di assoluta ilarità o nel peggior incubo. L’aneurisma ed il successivo periodo di coma gli avevano fatto perdere ogni freno inibitorio, rendendolo di fatto ingestibile, per cui se le cose non venivano fatte come intendeva lui, succedeva il finimondo

Ovviamente questo concetto valeva soprattutto a tavola, dove io non perdevo occasione per fargli qualche dispetto facendolo urlare come un pazzo. Quando arrivava il 19 marzo, però, impazzivo io se non gli andavo a comprare i bignè di San Giuseppe alla crema. Vederlo così contento (anche se gli compravo quelli al forno e non fritti) per un piccolo gesto, mi faceva stare bene come pochi. Era una di quelle situazioni in cui riuscivamo ad isolarci dai mille guai della vita, non pensando ad un presente drammatico ed un futuro nebuloso più che mai. 

Forse fu proprio da quei momenti che iniziammo a costruire un rapporto da zero. Oggi, 19 marzo 2021, la mente va di nuovo a quelle giornate. A maggio sono quattro anni che non c’è più. Molto è cambiato nella mia vita, ma il suo ricordo e l’affetto è più vivo che mai.