martedì 14 aprile 2020

Centri di riabilitazione

Prendo spunto da qualche domanda che mi è stata rivolta in questi giorni per precisare alcuni aspetti sui centri di riabilitazione, specialmente in ordine a quanto capitò a mio padre.

Prima considerazione. Riuscire ad entrare nei centri di riabilitazione è molto difficile, stante l'alto numero di persone che ne hanno bisogno in rapporto alle strutture esistenti e la permanenza  è limitata a massimo sessanta giorni.

Seconda considerazione. Per accedere il malato deve avere un quadro clinico buono, cioè vi deve essere la concreta possibilità di recupero, altrimenti molto difficilmente verrà accettato. Inoltre, da quanto mi ricordi io, non venivano ammessi malati con deficit cognitivi. Parliamo, ci tengo a sottolinearlo, di centri di riabilitazione.

Terza considerazione. Queste strutture sono spesso in carenza di organico, per cui gli operatori all'interno hanno un notevole carico di lavoro. Se il paziente non si mostra collaborativo fin da subito, il più delle volte viene messo da parte per dare spazio a quelli più volenterosi.

Giulietto riuscì ad entrare dentro queste strutture diverso tempo dopo l'operazione per l'aneurisma cerebrale, stante le complicazioni avute a livello clinico. Il quadro che si prospettava era di un buon recupero. Danni a livello cognitivo non ne aveva avuti. Aveva problemi motori sulla parte sinistra del corpo. Gli stessi esami neurologici svolti durante tutto il periodo di permanenza nelle varie strutture sanitarie (durato quasi un anno), avevano escluso grossi danni, salvo alle terminazioni nervose periferiche, cioè ai piedi che non riusciva quasi a muovere.

Fin dall'ingresso nella prima struttura mio padre si mostrò insofferente ad ogni forma di recupero. Non ne voleva sapere di fare alcun esercizio ne, tanto meno, di seguire un programma di riabilitazione. In ogni centro di riabilitazione dove andava il copione era più o meno lo stesso e dopo poco, sebbene risultasse molto simpatico a quasi tutto il personale sanitario, veniva lasciato in disparte. Quando tornò a casa la situazione non migliorò, sebbene ci fossimo rivolti a numerosi fisioterapisti.