lunedì 19 marzo 2018

Un padre "sui generis".

Oggi esco un poco dal seminato, dal momento che è la “Festa del Papà”. Giulietto  non è mai stato un padre nel senso tecnico del termine. Almeno per me e per come mi relazionavo con lui. A livello economico era sempre disponibile (non ha fatto mai mancare nulla a me o mio fratello, permettendomi di portare avanti la grande passione che ho per i motori, comprandomi oltretutto la prima Harley-Davidson nel lontano 1992) e si prodigava per farci stare bene. Mancava, però, della autorevolezza tipica del padre. A volte sembrava un semplice amico, a volte un fratello, a volte....nulla! 

Il mio rapporto con lui l'ho costruito durante il periodo della malattia. Un rapporto creato tra numerose difficoltà e mille recriminazioni che nel tempo ho imparato a mettere da parte, per lasciare spazio a quel sentimento autentico che pian piano è sbocciato nei suoi confronti. Un sentimento di affetto che ha iniziato a prescindere da eventuali suoi errori commessi durante la precedente vita (quella prima dell'aneurisma, per intenderci), che si sono ripercossi inevitabilmente su me e mio fratello.

Ho iniziato, sforzandomi non poco, a voler bene a Giulietto per quello che era. Senza pensare al padre che poteva essere e non è stato. Senza pensare al fatto che senza diversi suoi errori assolutamente evitabili, avremmo potuto vivere una vita senza alcuna preoccupazione a livello economico. Ho iniziato a vedere la persona che c'era dentro e non quella che gli avevano costruito attorno.

E' stato molto difficile questo lavoro e non senza insidie, ma partire dal fatto che dovevo volergli bene perchè, in fondo, era una brava persona, una persona di cuore, mi ha permesso di non farmi ostacolare da alcune situazioni nella costruzione di questo rapporto con lui. Giulietto era come una persona a cui mancano le gambe. C'è chi si trova in questa situazione (….vedi ad esempio il pilota di auto Alex Zanardi), la accetta e ne fa la sua forza invece di sopperirvi, e chi no. Giulietto apparteneva a questa seconda categoria. Non perchè fosse un poco di buono. Semplicemente non aveva trovato, o non aveva cercato nella maniera corretta, gli strumenti per far fronte ad alcune sue lacune.

In undici anni ho costruito un rapporto in cui, alla fine, lui era diventato il figlio ed io il padre, ma non mi ha mai disturbato. Sono stato contento di volergli bene. Ho compreso quale era il percorso da seguire ed alla fine,  in certi momenti, ho trovato anche la figura paterna che mi era sempre mancata. che alla fine si è manifestata attraverso poche parole o piccoli atteggiamenti, ma sufficienti per avermi reso orgoglioso di avere vicino una persona così.

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